- Sep 21, 2025
Frutta e verdura dal Perù, è necessario?
- Monia Caramma
- La verità vi prego sul cibo
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Parlare di frutta e verdura (tra le quali segnalo asparagi, avocado, mirtilli, peperoncino) con provenienza: Perù è inaccettabile se l’obiettivo è la sicurezza alimentare, la freschezza e l'impatto ambientale.
Agrofarmaci non ammessi in UE:
i disciplinari peruviani possono consentire sostanze attive non più approvate nell’UE (es. principi organofosforici o erbicidi banditi a livello europeo, ad esempio Methomyl and propiconazole, Methamidophos, Dinotefuran and Permethrin, Chlorpyrifos, TUTTI INTERFERENTI ENDOCRINI). All’import vale il rispetto dei limiti massimi di residui (MRL), ma la conformità ai MRL non equivale a equivalenza regolatoria: profili tossicologici, metaboliti e combinazioni di residui (“effetto cocktail”) possono differire da quanto previsto dai registri UE. Non è raro che il sistema RASFF segnali partite extra-UE con residui oltre i limiti o con sostanze non autorizzate.
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Dal 1/01/25 al 20/09/25 le segnalazioni su prodotti di provenienza Perù sul RASFF sono decine e riguardano superamento dei limiti di sostanze nona messe, superamento dei limiti di Cadmio, in particolare negli avocado.
Inquinamento da trasporto:
la frutta e verdura fresca, altamente deperibile, viaggia spesso in aereo. L’aviazione genera in media 500–600 g CO2e per tonnellata-km: su ~10.000 km fanno 5–6 kg CO2e per ogni kg di prodotto. I mirtilli possono arrivare via nave in atmosfera controllata, riducendo le emissioni (10–40 g CO2e/t-km), ma con tempi di transito lunghi e costi energetici per la catena del freddo. Il confronto con produzioni stagionali UE è sfavorevole sul piano carbonico.
Tempi e smistamento:
tra raccolta, pre-refrigerazione, confezionamento, controlli fitosanitari, voli, sdoganamento e distribuzione, l’asparago peruviano impiega tipicamente 4–12 giorni fino allo scaffale (via aerea). Il mirtillo e l'avocado via nave può superare 20 giorni. In questo arco calano turgore e tenori di alcuni fitocomposti, mentre aumenta il rischio di fisiopatie e muffe se la catena del freddo è imperfetta.
Trattamenti di conservazione: per mantenere “fresco” il prodotto
si ricorre a idro/vacuum-cooling, atmosfera modificata o controllata (bassi O2, CO2 elevata), sanificazioni post-raccolta (cloro, acido peracetico, biossido di cloro) e imballaggi barriera/assorbitori. In alcuni contesti sono impiegati antifungini post-raccolta consentiti localmente (ma non in Europa).
E noi consumatori? La combinazione di differenze regolatorie sugli agrofarmaci, alta impronta emissiva (soprattutto per l’asparago via aerea), tempi logistici lunghi e trattamenti necessari per preservare la qualità rende poco razionale preferire origini extra-UE come il Perù quando esistono alternative stagionali e più prossime.
FAQ:
D: Gli asparagi e i mirtilli dal Perù sono conformi alle norme UE?
R: All’ingresso devono rispettare i MRL UE, ma possono essere stati usati agrofarmaci non approvati in UE. Le non conformità emergono nelle allerte RASFF.D: Perché gli asparagi importati hanno un’impronta di CO2 elevata?
R: Sono deperibili e viaggiano spesso in aereo, con intensità emissiva molto superiore a nave o trasporto su gomma intra‑UE.D: Il trasporto via nave dei mirtilli è “a impatto basso”?
R: Emissioni inferiori all’aereo, ma richiede atmosfera controllata e freddo continuo; i tempi lunghi incidono su qualità e sprechi se la catena del freddo si interrompe.D: Quali trattamenti post‑raccolta vengono usati?
R: Pre‑raffreddamento, CA/MAP, sanificazioni (es. acido peracetico, cloro), imballaggi barriera e talvolta antifungini secondo le norme locali.