- Sep 3, 2025
L’effetto cocktail degli agrofarmaci: cosa sappiamo, perché conta, come gestirlo
- Monia Caramma
- La verità vi prego sul cibo, Acqua
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Quando parliamo di “effetto cocktail” degli agrofarmaci ci riferiamo agli effetti combinati di più sostanze chimiche presenti simultaneamente nell’ambiente, negli alimenti o negli organismi. In agricoltura moderna, l’uso di miscele è frequente: per trattamenti in “tank-mix”, applicazioni successive ravvicinate, residui multipli negli alimenti, contaminazioni diffuse nelle acque e nei suoli. Anche se ciascuna sostanza è valutata per la sua sicurezza, i rischi derivanti dall’esposizione a più composti insieme possono differire da quelli attesi considerandoli separatamente.
Cosa significa “effetto cocktail”
Additività: l’effetto totale corrisponde alla somma degli effetti dei singoli composti (modello della “concentration addition” o addizione dei dosaggi). È lo scenario più comune quando le sostanze condividono un bersaglio tossicologico.
Azione indipendente: l’effetto complessivo deriva dalla probabilità combinata di effetti di sostanze con meccanismi diversi (“independent action”). Anche qui l’effetto non supera di norma quanto ci si aspetta dai singoli.
Sinergia: l’effetto dei composti insieme è maggiore della somma dei singoli (es. un fungicida che inibisce gli enzimi di detossificazione aumenta la tossicità di un insetticida).
Antagonismo: uno o più composti riducono l’effetto degli altri.
Esempi documentati
Salute umana: la biomonitoraggio mostra esposizioni multiple a residui; le evidenze epidemiologiche su sinergie clinicamente rilevanti sono ancora limitate e soggette a confondimento, ma esistono segnali per effetti cumulativi su sistema nervoso, endocrino e sviluppo, soprattutto per esposizioni croniche a basse dosi.
Suolo e microbioma: combinazioni di erbicidi e fungicidi possono alterare comunità microbiche, ciclo dell’azoto e salute del suolo più di quanto facciano singolarmente.
Insetti impollinatori: alcuni azolici (fungicidi) inibiscono P450 negli insetti, potenziando la tossicità di piretroidi o neonicotinoidi. Anche sinergisti come piperonil butossido sono usati per aumentare l’efficacia degli insetticidi.
Ambiente acquatico: miscele di insetticidi neurotossici a basse concentrazioni mostrano effetti additivi su invertebrati; la combinazione con erbicidi può indebolire pesci e zooplancton per stress energetico.
Perché è complesso da valutare
Basse dosi e cronicità: molte miscele agiscono a concentrazioni inferiori alle soglie dei singoli composti, con esposizioni prolungate.
Finestre critiche: in gravidanza e infanzia gli effetti possono aumentare anche a dosi molto basse.
Non linearità: alcune sostanze (es. interferenti endocrini) mostrano curve dose-risposta non monotone.
Variabilità biologica: specie, età, stato nutrizionale e co-esposizioni ad altri stressori (calore, carenza idrica, metalli) modificano la risposta.
Trasformazioni: metaboliti e prodotti di degradazione (fotolisi, idrolisi) aggiungono complessità.
Regolazione e metodi di valutazione
Europa: il quadro normativo per i prodotti fitosanitari richiede la valutazione del rischio e la definizione di limiti massimi di residui. L’EFSA ha sviluppato approcci per la valutazione cumulativa (Cumulative Risk Assessment, CRA) basati su gruppi di sostanze con effetti tossicologici condivisi (Cumulative Assessment Groups).
Modelli: si usano principalmente addizione dei dosaggi (per meccanismi simili) e azione indipendente (per meccanismi diversi), con indici come Hazard Index e Margine di Esposizione Cumulativo.
Fattore di valutazione delle miscele: è in discussione/adozione in alcune sedi come misura prudenziale per coprire incertezze sui co-esposti.
Monitoraggio: i piani ufficiali in UE rilevano sempre più frequentemente residui multipli negli alimenti e miscele nelle acque superficiali e sotterranee.
Cosa mostrano i monitoraggi
Alimenti: una quota rilevante dei campioni presenta più di un residuo, solitamente a livelli sotto i limiti individuali. La valutazione cumulativa per alcuni gruppi (es. composti con effetti tiroidei o sul sistema nervoso) in genere resta sotto le soglie di preoccupazione per la popolazione generale, ma può avvicinarsi per sottogruppi ad alta esposizione.
Acque: in bacini agricoli sono comuni miscele di erbicidi, fungicidi e insetticidi a bassa concentrazione; per gli ecosistemi acquatici l’effetto cumulativo può superare i livelli di non effetto per specie sensibili.
Lavoratori agricoli: la co-esposizione è più probabile durante miscelazioni e trattamenti, soprattutto con tank-mix.
Soluzioni:
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Per gli agricoltori:
Pianificare i trattamenti con l’approccio della difesa integrata (IPM): monitoraggio dei parassiti, soglie di intervento, rotazioni colturali, varietà resistenti, mezzi biologici dove possibile, per ridurre numero e intensità dei trattamenti chimici.
Evitare tank-mix potenzialmente sinergici non necessari (es. alcuni azolici con piretroidi/neonicotinoidi). Verificare sempre etichetta, compatibilità fisico-chimica e indicazioni del produttore.
Usare la dose minima efficace e calibrare l’attrezzatura; scegliere ugelli anti-deriva, rispettare condizioni meteo ottimali e fasce tampone per ridurre la dispersione nell’ambiente e nelle acque.
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Per i decisori pubblici e le autorità:
Considerare un “fattore miscela” prudenziale nelle valutazioni quando i dati su co-esposizioni sono incompleti.
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Per i consumatori:
Diversificare la dieta e le fonti di approvvigionamento per ridurre l’esposizione ripetuta agli stessi residui; preferire quando possibile prodotti da filiere IPM o biologiche.
Lavare e, se appropriato, sbucciare gli alimenti; la cottura riduce alcuni residui termolabili, pur non eliminandoli completamente.
Informarsi tramite report ufficiali : il rischio dipende da dose, durata e combinazioni.
Conclusioni
L’effetto cocktail degli agrofarmaci è un fenomeno reale e rilevante, soprattutto per ecosistemi sensibili e in scenari di esposizione cronica a basse dosi. Le evidenze indicano che l’additività è spesso il caso di base, con sinergie possibili in specifiche combinazioni e contesti.
Ref:
https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/chemical-mixtures
https://www.efsa.europa.eu/en/topics/topic/chemical-mixtures